Gli edifici che ci pervengono dal medioevo sono sempre edifici pubblici o ecclesiastici, che venivano realizzati in pietra; le abitazioni erano costruite in legno o muratura, quindi non si sono mantenute nel tempo fino a noi.
Planimetrie longitudinali di chiese
Il più comune è il tipo longitudinale con terminazione absidata.
Planimetria basilicale: ha origine dalle basiliche romane (che non erano luoghi di culto), è caratterizzata da 3 navate che terminano con un abside ognuna.
Planimetria a croce latina: un corpo centrale a 3 o 5 navate e concluso da un abside, intersecato da un transetto.
Planimetria a croce commissa (a T): corpo longitudinale diviso in navate ed attraversato dal transetto in testa. Scompare il presbiterio e l’abside può avere forma poligonale o quadrata.
Chiese a Planimetria centrale
Planimetria a Croce Greca: quattro bracci della stessa lunghezza. È una tipologia molto rara in Europa Occidentale, si trova nelle zone influenzate dall’architettura bizantina e orientale.
Elementi in elevazione:
Colonna: è ereditata dalla cultura classica, quindi gli stili principali sono: ionico, dorico, corinzio, composito. Le colonne hanno misure fisse, e le proporzioni tra gli elementi che la compongono sono sempre in rapporto tra loro.
Il pilastro è a base quadrata ed è solitamente accresciuto con varie soluzioni, ad esempio il pilastro polistile con semicolonne o il pilastro a fascio, con semicolonne più sottili che ne annullano la forma geometrica.
Coperture:
dal X al XI secolo le coperture lignee sono sostituite da quelle in muratura; le coperture in muratura da semplici diventano sempre più complesse, per molto tempo i materiali utilizzati rimarranno sempre gli stessi: malta e pietra.
Volta a Botte: generata dalla traslazione dell’arco a tutto sesto. Questo tipo di copertura scarica il peso sia in orizzontale che in verticale, così per assorbire la spinta risultante dalle 2 componenti l’architetto è costretto ad aumentare lo spessore del muro (elemento tipico del romanico).
Volta a Crociera: intersezione di due volte a botte con archi a tutto sesto. A differenza della volta a botte questa volta concentra il proprio peso sugli angoli quindi l’elemento da irrobustire è il pilastro o la colonna sottostante.
Arco a sesto acuto o a due centri:
Questa innovazione è molto importante perché sancisce un nuovo modo di costruire liberando l’architettura dai vincoli dettati dall’arco a tutto sesto.
Con questa forma geometrica (l’ogiva) il peso è condotto per la maggior parte in verticale e la risultante della spinta è molto più vicina al baricentro: non c’è più bisogno di muri molto spessi.
Non essendo più base e altezza vincolate tra loro da uno stretto rapporto geometrico, crolla il legame tra pianta e alzato. Gli archi possono infatti avere curvature diverse ed essere indipendenti l’uno dall’altro.
1 commento:
io su queste cose c'ho dovuto fare la ricerca!!!!!!!!
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