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Basilica di Sant'Ambrogio a Milano - 1080-1196


Sant’Ambrogio a Milano rappresenta il prodotto compiuto tipico dell’area Longobarda, che miscela tecniche e linguaggi romanici, classici ed imperiali; esso va quindi considerato un’opera eccezionale, fuori dallo schema dei canoni degli edifici italiani di questo periodo.
Questo edificio era presente già dal IV secolo come basilica romana, che subisce poi una serie di ricostruzioni; la riedizione a cui ci riferiamo è quella del 1196.

Già nell’XI secolo la copertura lignea venne sostituita con volte a crociera a tutto sesto, ed inoltre anche le navate minori vengono anch’esse terminate con un abside; la torre centrale viene sostituita da un tiburio.
Nel 1196 viene aggiunto il quadriportico (questo elemento civile romano ripreso e riadattato dall’architettura religiosa era nato per celebrare i riti nei confronti di coloro che non erano ancora stati battezzati).
L’ultima riedizione ci lascia quindi con una navata centrale coperta con volte a crociera quadrate (assorbite dal matroneo) con un’intelaiatura di legno.

Colpisce la minore elevazione della basilica rispetto al romanico straniero, la grande robustezza dei pilastri e l’uso esclusivo di archi a tutto sesto.
Vi sono due soli livelli (quello dei piedritti e quello del matroneo), quindi la navata centrale è illuminata indirettamente.
I rapporti geometrici sono resi visibili, come i vari spazi, da elementi decorativi: in special modo si tiene a sottolineare il rapporto 1:2 tra le navate, non soltanto in pianta, ma anche in elevazione. Nella struttura di Sant’Ambrogio non ci sono elementi portanti ed elementi portati, ogni parte nella sua forma è studiata per garantire stabilità.
Lo scambio religioso tra gruppi diversi ha portato come risultato gli archetti pensili tipici dell’area germanica.


La cripta, che nasce proprio in Italia, rappresenta un nuovo luogo religioso, in particolare rappresenta un martirio e conserva le reliquie di un santo.
La facciata è organizzata su due livelli: al primo livello la facciata è omogenea e si adatta all’andatura del quadriportico. Al secondo livello è coperta da due grandi spioventi che inglobano tutte e tre le navate; questo tipo di copertura risolve tre problemi:
1- la praticabilità della quota corrispondente al piano di calpestio del matroneo.
2- Sotto ai due spioventi si apre un loggiato seguito da finestre in modo da illuminare la navata centrale.
3- Da questo nuovo loggiato si possono svolgere funzioni religiose rivolte verso l’esterno.

Per le decorazioni vengono impiegati gli stessi elementi tradizionali, ma in modo insolito, le colonnelle ad esempio arrivano fino al sottogronda inquadrando dei settori, ed insieme alle colonnelle compaiono gli archetti pensili.
Le due torri nascono indipendenti dalla facciata, sono state realizzate in periodi diversi ed assumono un aspetto molto massiccio e con poche aperture.


Pianta della Basilica di Sant'Ambrogio a Milano

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