Con il duomo di Santo Stefano di Vienna si raggiunge il punto estremo del modello a sala (Hallenkirche), cioè senza alcun dislivello tra la navata principale e quelle laterali. Lo spazio che si crea possiede nuove gerarchie ed una correttezza formale assoluta.
La partizione interna in tre navate è nascosta completamente dalla copertura molto acuta, che crea addirittura un piano fasullo.
Il cantiere si sviluppa in tempi diversi.
Gli archi rampanti, seppur presenti, sono nascosti dalle murature.
La copertura è stata restaurata usando ceramica colorata, un’eredità islamica dovuta al fatto che Vienna subì un assedio da parte dei Turchi.
Le torri originariamente dovevano essere sette, invece ne è stata costruita soltanto una, gradinata, che si assottiglia verso la terminazione.
La splendida scala del pulpito è stata realizzata da un unico blocco di pietra.
Rispetto al graficismo francese vengono inserite grandi edicole scultoree con scene a tutto tondo.
L’architetto di Santo Stefano, Parlet, lavora in numerosi cantieri in tutta Europa, tra cui anche San Vito a Praga.
pianta del duomo di Santo Stefano, Vienna
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