Il modello del gotico francese prevede campate molto strette e acute, questa soluzione necessita la presenza di un arco rampante.
In Italia invece viene seguito il modello tedesco dell’Hallenkirche (ovvero spazio a sala), con le campate della navata centrale praticamente quadrate, e quelle delle navate laterali strette e lunghe.
In questo modo il dislivello tra le navate laterali e quella centrale è quasi nullo, poiché la navata principale avrà un arco poco acuto, mentre quelle laterali avranno archi molto più acuti.
L’altezza delle chiese che seguono il modello della Hallenkirche in genere è minore rispetto all’altezza delle cattedrali francesi.
Sono aboliti archi rampanti e contrafforti, le chiese italiane e tedesche necessitano soltanto di murature resistenti.
Gli edifici, sebbene meno scenografici (senza guglie, pinnacoli, archi rampanti, edicole, ecc.) sono comunque assai ben progettati.
Questo modello può funzionare solo con una muratura perimetrale continua e senza finestre. Da questa situazione si sviluppa in Italia il culto degli affreschi, che si sostituiscono alle vetrate sulle pareti.
Un’altra componente fondamentale per l’architettura gotica italiana è l’influsso del pensiero di San Bernardo di Clairvaux, appartenente all’ordine benedettino cistercense, che, insieme a queli del francescano S.Bonaventura e del domenicano Tommaso d’Acquino, filtrano gli ideali gotici francesi mutandoli completamente, e cercando un’architettura con equilibrati rapporti dimensionali e che dia un senso di tranquillità (al contrario delle cattedrali francesi).
In Italia si era inoltre verificato il sorgere dei comuni, e questo ha portato ad una serie di differenze dal resto d’Europa.
Le committenze sono quasi sempre le abbazie benedettino-cistercensi, le chiese degli ordini mendicanti (francescani e domenicani) e le cattedrali comunali.
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